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Comunicato stampa di CGIL Belluno e FILLEA CGIL

La Camera del lavoro di Belluno e la FILLEA CGIL di Belluno esprimono preoccupazione per l’ostinazione con cui SIMICO e il Ministero delle Infrastrutture proseguono sulla strada della realizzazione della ormai famigerata pista da bob a Cortina, sulla quale aleggia il sempre più concreto rischio che l’opera venga realizzata e le gare olimpiche si disputino, comunque, su altri impianti.
La preoccupazione di CGIL Belluno e FILLEA CGIL Belluno riguarda essenzialmente i tempi ristrettissimi entro i quali la pista da bob dovrà essere realizzata, con conseguenze sulla sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici che lì saranno impiegate, a partire da quell’indagine sulla presenza di ordigni bellici, sull’area interessata dal cantiere, che nel cronoprogramma dei lavori non compare.
Il Piano di sicurezza e coordinamento del progetto esecutivo valuta i rischi dovuti alla presenza di ordigni bellici essendo stata la valle d’Ampezzo e l’abitato di Cortina interessati dal fronte di guerra della prima guerra mondiale e così li determina: “Considerato che le aree oggetto di intervento si collocano nella fascia inferiore della pendice orientale del Col Drusciè esternamente all’abitato di Cortina e distanti dal fronte delle trincee, il rinvenimento di ordigni bellici inesplosi appare poco probabile e si ritiene il rischio bellico residuo modesto accettabile”.
La realtà dei fatti è diversa, l’area dello Sliding center non è lontana dalle zone interessate dai bombardamenti della prima guerra mondiale, anzi, il cantiere sorgerà in zona
limitrofa alla località Cadin, incendiata dalle granate austroungarighe il 21 febbraio 1916, come peraltro dichiara lo stesso piano della sicurezza. “Come può un rischio bellico essere considerato modesto e accettabile, senza un’indagine sulla presenza di ordigni bellici? Invitiamo chi ha il dovere di vigilare ad adoperarsi affinché le responsabilità che si assumono i progettisti, i responsabili della sicurezza, l’appaltatore e la ditta esecutrice dei lavori con simili affermazioni corrispondano alla realtà dei fatti” dichiara la segretaria della Camera del lavoro di Belluno Denise Casanova “perché vogliamo che le maestranze che lì dovranno lavorare, peraltro, con tempi di esecuzione delle
opere ristrettissimi, lo facciano in totale sicurezza”.
Forti perplessità sono espresse anche da Ilaria Sperandio, segretaria della FILLEA CGIL di Belluno: “Siamo molto preoccupati per lo svolgimento in sicurezza dei lavori della pista da Bob di Cortina. Come sindacato dei lavoratori edili non possiamo che guardare con preoccupazione l’imminente inizio del cantiere dalla pista da Bob. I tempi sono strettissimi, con un cronoprogramma così stringente, e con il cantiere organizzato su 3 turni da 8 ore, in maniera da lavorare a ciclo continuo, avremo sicuramente una pressione enorme sui lavoratori coinvolti, che non potranno permettersi ritardi, pena la consegna in ritardo dell’opera.
Condizioni di lavoro in cui, quasi certamente, la sicurezza verrà messa in secondo piano.
Altro tasto dolente è la mancata bonifica da ordigni bellici dell’area di cantiere.
Scopriamo infatti dal Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC), che l’area del cantiere, da indagini storiche e bibliografiche, risulterebbe, se pur limitatamente, a rischio di presenza di ordigni bellici della prima guerra mondiale. Il fatto che il SIMICO consideri il rischio bellico residuo modesto e accettabile, e che di conseguenza non preveda una bonifica dell’area, ci lascia sinceramente molto perplessi.
Crediamo invece che sia strettamente necessaria una immediata bonifica dell’area, perché riteniamo che un rischio del genere, per quanto limitato, non sia assolutamente
accettabile”. “Per la realizzazione della pista da bob è stato perso tantissimo tempo” prosegue Denise Casanova “e la questione della sicurezza di quel cantiere, che SIMICO e Ministero delle infrastrutture vogliono far partire a tutti i costi, non può essere sacrificata sull’altare dell’urgenza di eseguire le opere. Noi speriamo ancora che venga ascoltato il CIO e le sue indicazioni sugli obiettivi di sostenibilità delle opere e sull’eredità che l’evento olimpico lascia
al territorio. Sembra che queste indicazioni vincolanti del Comitato olimpico non vengano prese in considerazione, sia per quanto concerne lo Sliding center, sia per ciò che riguarda il villaggio olimpico, per il quale è prevista una spesa di 48 milioni di euro per un villaggio usa e getta, anziché impegnare quelle risorse per recuperare la colonia dell’ex villaggio ENI”.
La segretaria della Camera del lavoro di Belluno evidenzia anche la visione per nulla lungimirante con cui vengono calate le Olimpiadi su un contesto delicato e fragile, come quello delle nostre Dolomiti: “Solo rispettando i dettami indicati dal CIO le Olimpiadi potrebbero essere davvero un’opportunità per il territorio. Non è costruendo un parco giochi per alto spendenti che si salvaguardano le popolazioni e gli abitanti della montagna, che avrebbe, invece, bisogno di servizi e infrastrutture, ma anche di leggi che tutelano e promuovono il vivere in luoghi bellissimi e al tempo stesso isolati. Men che meno sarà una pista da bob realizzata a tutti i costi a contrastare lo spopolamento in provincia di Belluno. Vediamo se prevarranno i principi indicati dal CIO o una politichetta capace solamente di guardare alla prossima tornata elettorale”.